martedì 10 gennaio 2012

Image is everything. (1990)




Chi ha avuto la fortuna di leggere il bellissimo "Open", l'autobiografia di André Agassi (scritta in verità per lui dal premio Pulitzer J.R. Moheringer) avrà trovato più volte citato questo spot come un incubo che ha perseguitato per tanti anni la carriera del tennista americano; colpa del claim "L'immagine è tutto", a detta dei critici sportivi dell'epoca troppo autobiografico anch'esso, e perfettamente rappresentativo della debolezza del giocatore: una vera disgrazia per il fragile tennista. Quali danni può fare uno spot quando è sbagliato! Per questo poi i testimonial sono pagati così tanto: è un risarcimento danni preventivo. In America la strabordante importanza dell'immagine nella comunicazione ha avuto il suo picco in quegli anni (fine '80), per  poi smorzarsi come una palla corta. Da noi invece, dove tutto accade con dieci anni di ritardo, le agenzie ci hanno campato tranquillamente fino ai primi anni del millennio nuovo, e alcune ci sono anche diventate ricche.
In ogni caso questo post è dedicato ai lettori del libro che contemporaneamente siano anche frequentatori di questo blog. Un incrocio che produce numeri bassissimi. Ma non importa, ne approfitto per consigliare ancora una volta il libro, che mi ha fatto scoprire un altro Disbanded (confesso infatti che di Agassi non mi è mai importato nulla, io ero per Jimmy Connors semmai: per leggere cosa ha scritto David Foster Wallace su Connors, cliccare qui, ne vale la pena e vi rifarete la bocca dopo questo post).

Elvis has left the building.

2 commenti:

DA ha detto...

Ho letto sia il libro e leggo il tuo blog...mi devo preoccupare?!

Marco Diotallevi ha detto...

"Astensio hai visto quella campagna di WWF?" "Certo Sigismondo, gli ho dato un'occhiata mentre seguivo la finale di Wimbledon!" "Allora devi leggere Teddisbanded! Teddisbanded è il blog dedicato a chi ama la pubblicità ma non si perde un incontro di Tennis! nel prossimo numero: Cosa mangiano le sorelle Williams prima di un torneo? Le nuove giurie dell'ADCI. La parola al sarto di Federer: ecco come realizzo le sue giacchette. E in omaggio col primo numero, un simpatico polsino con le migliori head di Bill Bernach." "Grazie mille Astensio! Vado "dritto" in edicola!" "Ahahahaha".